I racconti di Gianna Martini: Il mirabolante Hallowino

Halloween bussa alle porte. Pubblichiamo una filastrocca in rima a cura della scrittrice lecchese Gianna Martini, che annovera la partecipazione a vari concorsi letterari. I suoi racconti sono contenuti in antologie.

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I L M I R A B O L A N T E
H A L L O V I N O

È la sera di Hallovino
e felice ogni bambino
esce con una zucca illuminata
che per bene ha svuotata.
Poiché zucca loro non hanno,
Piero e Bice tristi stanno
a guardare dalla finestra,
sulla piazza chi fa festa.
Dopo un po’, per non gelare,
vanno a letto a riposare.
Ma ecco che quei bimbi desta
di lì a poco una gran testa
che riluce con un lumino
sulla sponda del lettino.
Spaventati i due marmocchi
manco credono ai loro occhi!
Ma quello dice: “Amici,
voglio fare voi felici,
della “zucca” sono l’omino
e mi chiamo: Hallovino!
Su, saltate giù dal letto:
vi farò fare un giretto!”
Ma i due bimbi lì ristanno
poiché presi sono d’affanno.
Hallovino li rincuora
e senza indugio li consola:
“Non temete – dice – solo vi tocca
un seme mio mettere in bocca,
così in zucca trasformati
voleremo via beati!”
Allettati dal miraggio
i due passano all’assaggio
e di colpo, stralunati,
si ritrovan trasformati!
E Hallovino, la compagnia
con sé in volo porta via.
Su nel cielo, di luna al raggio,
tutto pare un bel miraggio!
Cosa poi si andrà a vedere,
Zucca fa loro sapere:
“Al castello voglio andare
un bambino a consolare:
c’è chi è triste per il pane che manca,
chi lo è … per l’abbondanza!”
dice Zucca, mentre i bimbetti
poco credono ai suoi detti.
Poi a posarsi va il drappello
sul verone di un castello
e si incantano a mirare già pensando come entrare.
Ecco il conte Filippino
che seduto sul cuscino
― contornato d’oro e doni
e di frutti belli e buoni,
torte, paste e pasticcini
straripanti dai piattini,
coi vestiti ricamati,
i capelli inanellati ―
sta lì immobile, annoiato
e di ogni cosa pare tediato!
Magro, triste, con il cipiglio
pronto solo allo sbadiglio:
“Non c’è nulla – egli dice ―
che mi possa fare felice … !”
Questa mesta conclusione
i tre odono sul balcone
e – non capendo poi perché
chi lì vive come un re
da ogni bene circondato
possa essere disperato! –
sbottano fuori in un “ohibò”
che Filippo spaventò.
Quando vede quel terzetto
fa Filippo un sorrisetto.
Fatta entrare la brigata
si fa più di una risata.
“Ma chi siete ― dice – chi vi porta?
Ma voi siete … di che sorta?”
Poi la storia di Hallovino
raccontata viene al contino
che, finito il bel parlare,
anche lui vuole volare.
Dopo un seme avere ingoiato
pure lui viene trasformato.
Così in quattro, pronti,via …
vola via la compagnia….

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