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Borse sociali lavoro a Monticello Brianza

provincia Lecco
Anche per il 2016 Provincia di Lecco e Comune di Monticello Brianza proporranno l’esperienza delle borse sociali lavoro per i cittadini monticellesi, alla luce dei risultati positivi conseguiti nel 2014 e nel 2015.
Nel 2016 la Provincia di Lecco metterà a disposizione 8.000 euro e il Comune di Monticello Brianza è pronto a stanziare 7.500 euro, chiedendo alle Parrocchie di Monticello, che negli anni passati hanno dimostrato attenzione e sensibilità notevoli sulle problematiche legate al lavoro, di recuperare risorse per 7.500 euro anche per il prossimo anno.
Nel 2015 la Provincia di Lecco ha impegnato 8.000 euro, il Comune di Monticello Brianza ha messo a disposizione 8.000 euro, le Parrocchie di Cortenuova, Monticello e Torrevilla hanno raccolto e versato 12.000 euro.
Grazie a queste preziose risorse nel 2015 sono state attivate e portate a conclusione 15 borse sociali lavoro; di queste, 7 sono attive e si concluderanno nel 2016, 5 sono state trasformate in rapporti di lavoro a tempo determinato o indeterminato, 1 è in attesa di trasformazione in rapporto di lavoro, 2 sono state concluse senza stabilizzazione.
Complessivamente dal 2014 con questo protocollo operativo tra enti del territorio 9 borse sociali lavoro, una volta concluse, sono state trasformate in rapporti di lavoro.
Oltre alle 15 borse lavoro nate dalla sinergia tra Provincia di Lecco, Comune e Parrocchie di Monticello Brianza, nel 2015 sono state attivate altre 2 borse lavoro, oggetto di specifico accordo tra Comune e Provincia, e si è attivato un tirocinio con il fondo Garanzia Giovani regionale.
Il risultato positivo di questa esperienza attiva da due anni ha diversi presupposti:
· le risorse economiche che Provincia di Lecco e Comune di Monticello Brianza hanno saputo destinare al progetto recuperandole dai propri bilanci, e che le Parrocchie hanno versato dopo averle raccolte tra i propri parrocchiani che hanno rinunciato a una parte del proprio reddito per tale scopo
· gli uffici della Provincia di Lecco che in modo professionale hanno saputo veicolare le domande di lavoro verso le giuste opportunità di lavoro, in sinergia con il Comune di Monticello Brianza
· i datori di lavoro che hanno dato la loro disponibilità a ospitare i borsisti e hanno messo a disposizione risorse economiche e personale specializzato per formare le persone a loro indirizzate
· i beneficiari delle borse di lavoro che hanno saputo cogliere l’occasione per entrare o tornare nel mondo del lavoro, a volte ripartendo da zero.
“Per fronteggiare il fenomeno della crescente disoccupazione che ha colpito anche il territorio lecchese in questi anni – commenta il Consigliere provinciale delegato al Lavoro Giuseppe Scaccabarozzi – la Provincia di Lecco, pur nelle difficoltà del proprio bilancio, promuove da tempo concrete collaborazioni con i Comuni del territorio, come nel caso di Monticello Brianza, attraverso specifici protocolli per tutelare le fasce deboli. E’ auspicabile che queste funzioni svolte dal Centro per l’impiego della Provincia di Lecco possano proseguire anche in presenza delle recenti innovazioni normative che hanno posto in capo alle Regioni le politiche del lavoro”.
“Dal 2004 al 2014 il tasso di disoccupazione è passato dal 3,2% al 7,3% – sottolinea il Sindaco di Monticello Brianza Luca Rigamonti – Addirittura nella fascia di età fino ai 24 anni il tasso dei senza lavoro è cresciuto dall’8,4% del 2004 al 30,7% nel 2014. Il bilancio di questa concreta risposta alla crescente disoccupazione è senz’altro positivo ed è per questo che crediamo sia giusto proseguire a rendere attuabile l’attivazione di borse sociali lavoro anche nel 2016”.

Benetton dice no ai capi in angora

Benetton no angora
Benetton non produrrà più capi in lana d’angora. Grazie a Peta, People for the ethical treatment of animals, che ha portato avanti manifestazioni di protesta in tutto il mondo, denunciando le crudeltà compiute sui conigli d’angora negli allevamenti cinesi, per ricavare la lana usata per realizzare maglioni, sciarpe e accessori vari.
Tra le prime a boicottare la lana d’angora H&M, Lacoste, Zara, Bershka, Pull & Bear, Calvin Klein, Stella McCartney, Tommy Hilfiger e French connection, a cui ora si aggiunge Benetton.
“Benetton group conferma la decisione di interrompere l’uso di lana d’angora in tutte le collezioni vendute a livello mondiale. I capi Benetton sono realizzati nel pieno rispetto della natura, delle persone e degli animali. Per quanto riguarda la lana d’angora in particolare, abbiamo sempre seguito le linee guida del nostro Codice di condotta, particolarmente rigorose per garantire l’utilizzo di materiali prodotti eticamente – ribadisce l’azienda in un comunicato stampa -. In linea con l’impegno di lunga data di United colors of Benetton verso le tematiche sociali, compreso il benessere degli animali,abbiamo già interrotto l’uso dell’angora nella nostra produzione. Una volta terminato l’inventario attuale, nei negozi Benetton non saranno più disponibili prodotti in lana d’angora”.

Storia e leggende popolari tra streghe, folletti e maghi

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Storia e leggende popolari che si tramandano da generazione in generazione, si intrecciano e diventano un patrimonio da conservare.
Noi leggende ne abbiamo trovate e poco alla volta ve le racconteremo. Se volete contribuire con le storia che conoscete inviatecele a info@lanuovabriantea.it le pubblicheremo al più presto.
Nel 1604 Federico Borromeo rende pubblico l’editto “Contro maleficos et sortilegos”, in cui si descrive usi e costumi da condannare. Tredici paragrafi che dipingono il quadro generale dell’epoca, di un volgo sebbene cristiano animato da parecchie credenze pagane. Al primo posto le streghe, ebbene sono ancora loro le più temute. “Chi fosse della setta delle streghe, o stregoni, maghi e maghe, o che dasse opera alla sacrilega et nafand’arte de gl’incanti, maleficii, legature, segnature, fatuchierie, veneficii, prestigii, overo ad altra simil sorta d´opere diaboliche”. Non sfuggono neppure i sortilegi d´amore. “Chi avesse battezzato o tenesse presso di se cosa battezzata, come fave, calamita, animali brutti, et altre cose per far opere diaboliche, o chi avesse maleficiato huomo o donna per tirarli all’amor suo, o chi con simil mezzo avesse seminato discordie tra la moglie et il marito, overo altre persone”. Tempeste, burrasche, altro che perturbazioni meteorologiche, c’è chi conosce i sortilegi per scatenarle. E vanno denunciati. “Chi per incanto avesse fatto tempestare, saettare, brinare, nebbiare, inondare, o per via d´aridità, o vento desicante, avesse fatto abbruggiare i frutti della terra proibendo la pioggia con arte diabolica”. Così come vanno segnalati gli incantatori. “Chi fosse solito sanare qualunque o alcuna infermità con parole superstiziose, et massime le donne, che vanno publicamente, essendo condotte a segnar febri, malatie, mani, gambe senza medicamento naturale”.

Storia ma anche credenza popolare come quella che racconta di una povera famiglia brianzola, con molti figli da crescere che decise di fare un patto col Diavolo, in cambio di cibo gli avrebbero consegnato l’ultimo figlio.
Crescendo il bimbo dimostrò una spiccata propensione per la fede, ma il suo destino era segnato. Quando Satana bussò alla porta per portarselo via, il ragazzino prese tempo chiedendo consiglio ad un prete eremita che abitava sui monti. Il religioso non poté far nulla se non indirizzarlo da suo fratello, così cattivo da essere certamente in contatto con il Maligno. Coincidenza vuole che il vecchio fosse sul punto di morte, il giovanetto lo rassicurò ed insieme pregarono, e si pentì pure del male fatto. Dal cielo scesero due angeli che lo portarono in paradiso. L’episodio diede parecchio fastidio all’eremita che si arrabbiò con Dio insultandolo per aver accolto un malvagio. Il Diavolo ne approfittò ed invece del ragazzino si prese il prete ipocrita, che di anime ne valeva due.

Altra leggenda della terra di Brianza quella di Pietrina, che avendo dei fortissimi dolori allo stomaco, decise di rivolgersi ad una donna esperta. Questa le consigliò di guardare nel materasso, qui la ragazza trovò tra le foglie di pannocchia su cui dormiva, uno strano groviglio di fili di lana colorata. Erano annodati talmente stretti da non riuscire a districarli. Seguendo le istruzioni buttò il nodo nel fuoco acceso in mezzo ad un campo. Tra le fiamme si delineò la figura di una vecchia arcigna, era la strega, bruciando non avrebbe più fatto del male a Pietrina.

Varenna: Villa Monastero completato restauro Clemenza di Tito

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Con l’inserimento della testa e del braccio e le relative stuccature si sono conclusi oggi i lavori di restauro del gruppo scultoreo della Clemenza di Tito, opera di Giovan Battista Comolli, colpito lo scorso mese di settembre da un ramo di una pianta del giardino di Villa Monastero a Varenna.
Dopo il sopralluogo della Soprintendenza, in programma nei prossimi giorni, per la certificazione del lavoro svolto le statue che compongono il gruppo scultoreo verranno adeguatamente ricoperte con materiale idoneo per evitare i depositi di muffe, resine ed elementi nocivi, materiale che verrà rimosso con la riapertura del Giardino della Villa il prossimo 1 marzo.
La Provincia di Lecco, di concerto con le competenti Soprintendenze, sta inoltre progettando un intervento che consentirà la protezione dell’intero gruppo scultoreo in caso di eventuali altre cadute di rami delle piante sovrastanti.
Infine la Provincia sta procedendo alla verifica dello stato fitosanitario delle piante, con il supporto della Fondazione Minoprio, che in passato ha curato anche la mappatura delle piante dell’intero Giardino Botanico.

“Abbiamo fatto tutto il possibile – commentano il Presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano e il Consigliere provinciale delegato ai Lavori Pubblici Rocco Cardamone – per rispettare la tempistica del progetto di recupero, che ha richiesto, oltre al reperimento delle risorse necessarie, anche una serie di sopralluoghi per la valutazione del danno, la definizione delle procedure e delle modalità dell’intervento, insieme alla Soprintendenza, alla restauratrice, al Curatore e Conservatore della Casa Museo. Dopo questo restauro, procederemo con altri interventi di protezione per mettere al riparo la statua da possibili cadute di rami, nel rispetto del paesaggio di Villa Monastero”.
Il monumento, che costituisce l’ultima opera realizzata dallo scultore poco prima della morte (1830), è collocato nel giardino vicino all’ingresso della Villa e descrive l’atto di clemenza dell’imperatore romano Tito nei confronti di Sesto e Vitellia, che avevano congiurato contro di lui. Il soggetto, ispirato dal poeta Vincenzo Monti e tratto da Metastasio, fu musicato da Mozart nel 1791 in occasione dell’incoronazione di Leopoldo II re di Boemia e giunse a Villa Monastero grazie al tedesco Walter Kees (1864-1906), uno degli ultimi proprietari di questa dimora lariana.

Strada provinciale più sicura a Molteno e Sirone

E’ pari a di 325 mila euro, di cui 65 mila a carico dell’Amministrazione provinciale, la spesa per una serie di lavori di sicurezza sulle strade provinciali.
Nello specifico nel tratto tra Molteno e Sirone è prevista la creazione di un marciapiede lungo la strada provinciale 49, ed è previsto un tratto a scavalco del torrente Bevera, il costo è di 70 mila euro, di questi 10 mila arrivano dall’Amministrazione provinciale.
A Monticello Brianza verrà realizzato un attraversamento pedonale con isola centrale, lungo la Sp54 in scuola di villa Greppi, il costo è di 50 mila euro, di questi 10 mila arrivano dall’Amministrazione provinciale.

Attenzione agli orari natalizi di Comune e biblioteca

Giovedì 24 dicembre e giovedì 31 dicembre, sarà garantita la regolare apertura degli uffici comunali, dalle 10 alle 12. Uffici che invece resteranno chiusi il 2 gennaio.
La biblioteca comunale di via Appiani resterà chiusa dal 23 al 27 dicembre compresi, e dal 30 dicembre al 3 gennaio compresi.

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