A villa Monastero di Varenna, e al monastero del Lavello di Calolziocorte la mostra “Vecchi scorci tra laghi e monti”.
La Provincia di Lecco e il Sistema Museale della provincia di Lecco, in collaborazione con la Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello, hanno organizzato la mostra Vecchi scorci tra laghi e monti dedicata al pittore calolziese Arturo Bonanomi (1920-2010).
La mostra si terrà dal 19 marzo al 10 aprile a Villa Monastero di Varenna tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 e nello spazio espositivo del Monastero del Lavello a Calolziocorte dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00.
L’inaugurazione è fissata sabato 19 marzo alle 16.00 presso lo spazio espositivo di Villa Monastero a Varenna.
L’evento accoglie complessivamente una novantina di opere dedicate al tema del paesaggio, che illustrano il territorio della provincia lecchese nel quale sono collocati i trenta musei del Sistema Museale.
L’iniziativa nasce dalla proficua collaborazione tra i due enti, grazie alla realizzazione lo scorso autunno dell’esposizione per le celebrazioni della Prima Guerra Mondiale, organizzata dal Sistema Museale al Monastero del Lavello, con più di 2.000 visitatori in 15 giorni. Da questa positiva esperienza è nata la volontà di continuare il percorso intrapreso, per far conoscere meglio e promuovere la valorizzazione del territorio provinciale attraverso il Sistema Museale, con manifestazioni congiunte.
Questa volta la scelta è caduta sul noto pittore Bonanomi, originario della Valle San Martino, che ha dedicato l’intera esistenza alla raffigurazione del paesaggio: iniziò la sua lunga e intensa carriera artistica con la decorazione e il restauro, grazie alla frequentazione del pittore Frigerio negli anni ’30, perfezionandosi con Orlando Sora negli anni ’50 e Giancarlo Vitali negli anni ’60.
Incoraggiato da Donato Frisia, lavorò in seguito come affrescatore per Guido Frisia. Partecipò a numerosissime mostre personali e collettive nelle più importanti città italiane (Lecco, Milano, Verona, Brescia, Genova, Bordighera, Pescara e Palermo) e straniere (Lione e Londra), ottenendo vari premi e riconoscimenti. Nelle sue opere predilesse le vallate, i borghi prealpini e quelli del Lario, con senso poetico e delicato spirito di osservazione, riuscendo a infondere una sottile vibrazione emotiva, grazie al dono della “esatta intonazione cromatica”, come sosteneva il critico Gustavo Predaval, che nel 1974 ne curò la monografia. Note anche le sue suggestive stazioni, spesso innevate, talvolta malinconiche ma sempre vive, con penetrante visione del vero.