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Il 15 giugno alla biblioteca di Rogeno la serata con Marco Erba

quando mi riconoscerai
Presentazione del libro “Quando mi riconoscerai”
Venerdì 15 giugno ore 21
cortile della biblioteca – piazza Vittorio Emanuele II
La biblioteca invita alla presentazione del nuovo romanzo di Marco Erba, Quando mi riconoscerai. Una piacevole serata alla scoperta dei ragazzi di ieri e oggi arricchita dai divertentissimi aneddoti raccontati dal professor Erba riguardanti i suoi ex alunni. Si tratta di un ritorno molto gradito: la nostra biblioteca lo ha ospitato nel 2016 per presentare il suo romanzo di esordio Fra me e te.
Era lì che l’aveva capito.
Aveva capito che la felicità e il dolore possono stare insieme.
Che la vita non è mai dietro, è sempre davanti. Sempre.
Dicono che i gemelli siano uguali come gocce d’acqua, e Rodolfo e Italo non fanno eccezione, eppure, sotto la superficie, i due fratelli sono molto diversi, ma anche uniti da un filo invisibile forte come l’acciaio.
Viola è la ragazza più bella del paese, e coi gemelli non ha molto a che spartire, perché lei è la figlia di Giorgio Fontana, il capo dei fascisti, e i fascisti Rodolfo li odia. Ma la Seconda guerra mondiale incombe, pronta a travolgere i loro destini.
Quasi cinquant’anni dopo, nello stesso paese, Enea e Camilla si incontrano in prima elementare. Enea è composto, educato, sa già leggere, ma il mondo gli fa un po’ paura. Camilla è invece tutta sguardi taglienti e sfacciataggine. Strega, la chiamano alcuni, senza immaginare le ferite nascoste dietro ai suoi silenzi.
Saltando avanti e indietro nel tempo, Marco Erba nel suo secondo romanzo racconta una storia di violenza, amicizia, amore e perdono. Una storia sui dolori che la vita impone e la forza di ricominciare, che condanna ogni forma di fascismo e di oppressione, ieri come oggi, ma non dimentica che le persone, con la loro unicità, non sono mai solo le idee che professano.
In caso di mal tempo la presentazione si terrà presso l’oratorio Pio XI in via Ratti.
Al termine dell’incontro sarà offerto un rinfresco ai partecipanti.

Ascensori: il racconto di Emanuele Tavola da leggere tutto d’un fiato

Manu e Laika
Ascensori
“Buongiorno a tutti voi! Siete in diretta con la MD television, televisione MIO DIO per i pochi
che ancora non ci conoscono. Trasmettiamo dal felice borgo di Quatercá Incrus, borgo che forse
felice lo era…”
Il biondo occhialuto, capelli a tempesta, inviato speciale di lunga data, fece andare le mani a
taglio davanti alla telecamera, come a dire che erano cazzi amari “… ora non più! Seguitemi!
Qualcosa di misterioso e diabolico sta avvenendo in questo paese!”
La telecamera lo seguì, allargando la visuale, inquadrando palazzine anonime irrise dal sole e
dal destino.
Un capannello di persone, perlopiù anziane, stazionavano nei pressi di una di queste.
Un uomo coi baffoni alla Stalin e l’occhio triste, di scuro vestito, si fece incontro lemme lemme
all’inviato della tv.
“Buongiorno signor sindaco! Esatto? È lei?”
“Bah…sì” rispose cheto l’altro, testa infossata fra le spalle “Mariagiacomo Mangiadiacono…”
“Oh, che nome altisonante… quale onore…”fece un plateale inchino l’inviato della tv “Ci
racconta brevemente signor sindaco cosa sta accadendo nella qui presente ridente comunità? ”
Il sindaco annuì, facendo ondeggiare i baffoni. “Bah, certo…” cominciò, lasciandosi attorniare
dai suoi concittadini, che buttavano l’occhio verso il monitor per capire se fossero inquadrati o
meno “Da qualche giorno, per cause ancora tutte da stabilire, gli ascensori vanno solo in
discesa, e non risalgono più…”
“Ma come, come? “lo incalzò il giornalista “Non ci posso credere! Si spieghi, non ci lasci in
ansia!”
“Bah, è così…” allargò le braccia il sindaco “Partono dai piani alti e vengono giù, e va tutto
bene…”
“Bene. E allora?”
“Bah, quando toccano terra, non c’è modo di farli ripartire verso l’alto…”
“Incredibile…” enfatizzò all’estremo quella parola l’inviato “Davvero incredibile! Tutti gli
ascensori di Quatercá Incrus fanno così? ”
“Bah, sì, che io sappia… ”
“Avete sicuramente allertato i tecnici, i maghi delle cabine a fune, gli specialisti
ascensionisti…”
“Bah, sì, ci han guardato, han rovistato, oliato e registrato, ma chissà…”
Si fece largo un omone tra la folla, in tuta blu: “Se posso, gentil signori…” levò un dito “Mi
sento chiamato in causa…”
L’inviato della tv si girò verso di lui. “Ma benvenuto! Certo, signor…?”
“Ulderico Labrugola, tecnico ascensori e montacarichi”
“Bene, signor Labrugola! Cosa sta succedendo in questa amena località? Ci dà lumi?”
L’omone ci pensò un momento, poi sbuffò. “In quarant’anni di onorata attività, mai vista una
cosa del genere…”
“Si spieghi, si spieghi! I telespettatori non stanno più nei pantaloni per il pathos!”
Il tecnico si sporse verso il microfono, cercando al contempo di tener dentro la pancia,
respirando piano. Levò un sopracciglio: “Abbiamo controllato tutto, persino le viti e le cicche
incollate sul pavimento della cabina. Un gioiello della perfezione, non una virgola da eccepire.
Tiriamo su l’ascensore fino al settimo piano, e va su liscia come l’olio, quindi carichiamo la
gente del palazzo, felice. Scendiamo che è un piacere, tutti ad applaudire, pacche sulle spalle.
Poi, riproviamo ad andar su, e qui casca l’asino…”
“Non va?”
“Non va, e per la barba di Garibaldi se abbiamo capito il perché…”
“E la gente?” lo stuzzicò l’altro.
“S’incazzano di brutto, e hanno anche ragione…” spiegò affranto il tecnico, collo allungato
verso il microfono “Per evitare risse e degenerazioni verbali, li abbiamo riportati tutti su a
spalla…”
“Quindi?”
“Quindi, altri controlli, smonta di qui, rimonta di là, e tutto pare a posto…”
“Ancora su al settimo a mano?”
“Esatto. E tutto per nulla, tanto la cabina poi non è più risalita…”
“Ma pensa un po’ che storia … ” fece sua la telecamera l’inviato, sorridendo in primo piano “E ci
scommetto che pure tutti gli altri ascensori fanno cosi. Qua il mistero si fa fitto…” socchiuse gli
occhi e accartocciò la bocca “Ma sentiamo un altro parere…” si voltò, facendo ampi cenni a
qualcuno di farsi avanti “Prego, Don Palmiro…”
Un omettino vestito di nero, con due occhi altrettanto neri e un po’ spiritati, uscì dalla folla e si
fece appresso al microfono.
“Buon giorno a tutti…” levò una mano e fece il segno della croce in direzione dei concittadini
“Iddio scenda nei vostri cuori”
“Grazie, don Palmiro. Le siamo grati. Cosa ne pensa di questa faccenda degli ascensori? C’è lo
zampino di quello col forcone?”
Il parroco fece un sorriso di circostanza. “Non è escluso, mi creda, ma sono anche convinto che
questa discesa verso il basso non sia altro che una metafora della morale attuale…”
“Udite udite…” fece il biondo della tv “Si sta preparando una nuova apocalisse? Un diluvio
universale? Pioggia acida o di cavallette?”
Il prete sorrise di nuovo. “Nulla è escluso, di questi tempi…”
“Quali tempi?”
“Tempi di degrado, di amoralità, di Dio denaro e null’altro. Ecco il motivo di questa eterna
discesa, e mai risalita. Così van le cose. L’ascensore scende perfettamente, ma non risale più,
riproducendo esattamente il degrado dei tempi…”
“Ma scusi…” lo interruppe il biondo della tv “Allora, secondo lei, cosa dovremmo fare… anzi,
cosa dovreste fare qua a Quatercá Incrus per risolvere il problema? ”
“Semplice. Digiuno, astinenza, separazione dai beni di questo mondo, preghiera. Ecco, i quattro
fari che ci porteranno fuori dell’oscurità e che ci faranno risalire verso l’alto, verso la luce, verso
Iddio onnipotente che tutto può e tutto fa”
“La ricetta è semplice, ma funzionerà? ”
“Certamente. Basta aver fede…”
“Ah, già…”
“Sicuro che non è facile, tutti avvinti nel proprio egoismo, come una vite filettata senza inizio
né fine ” proseguì “Ma perdio, diamo una svolta alla nostra vita! ” levò la voce e si girò verso i
suoi concittadini “Possibile che siate così ciechi e sordi alle parole del Santissimo? Cosa
bisogna fare per fare breccia nei vostri cuori di pietra, eh? Piantarvi a martellate il Sacro
Chiodo?” alzò ancor più la voce, con gli occhi pronti ad esplodere verso il mondo. Strizzò il
microfono “Pentitevi dei vostri peccati, umani! I vostri corpi saranno ridotti in cenere, e la
cenere usata per concimare i verdi pascoli del paradiso!”
“Ma… ! Don Palmiro…” tentò di placarlo l’intervistatore, sorpreso.
“In ginocchio davanti a me! Subito! ” strillò il parroco, indicando col dito “Avanti! Baciatemi i
piedi, figli del peccato! Strisciate per terra e inzozzate il corpo, visto che è già zozza la vostra
anima! Fornicatori !”
“Si calmi, Don Palmiro! ” reagì l’inviato della tv, resosi conto che la situazione gli stava
sfuggendo di mano. Tolse il microfono al prete, ma questi, con zampata ghermitoria, se ne
riappropriò.
“A terra! Strisciate, luridi figli del demonio! Lavatemi i piedi con la vostra lingua gonfia di
menzogne! Muovetevi!” seguitò ad urlare, avanzando verso i suoi parrocchiani che presero ad
indietreggiare “Salite sull’ascensore e precipitate una buona volta verso l’inferno! Arrostite i
vostri corpi dannati!”
Accorse un terzetto della benemerita, facendosi largo tra la folla ormai impanicata. Due di
questi afferrarono il prete per le braccia e lo trascinarono via, intanto che si levavano alte le sue
farneticazioni.
Il terzo, un maresciallo, venne subito requisito dal biondo della tv.
“Venga qui, gentilmente…” lo attirò a sé, sotto l’occhio della telecamera, e gli piazzò il
microfono all’altezza del triplo mento “Lei è … ?”
“Maresciallo Esimio, agli ordini” fece il saluto militare e batté i tacchi.
“Cosa ne pensa di questa anomalia degli ascensori?”
Il maresciallo si passò una mano sul pancione, dove i bottoni della divisa si aggrappavano
esausti ai loro ancoraggi. “Ecco, è difficile stabilire una causa precisa…”
“Ci potrebbe essere l’Isis dietro tutto ciò?”
“Potrebbe. Ormai il terrorismo le sta tentando tutte pur di salire alla ribalta…”
“Certo. Ma non sarebbe un po’ troppo strana una cosa del genere? In fondo, di morti non ce ne
sono stati…” lo corresse il biondo inviato.
“Per il momento, ma non lo escluderei…” si carezzò il mento “Chi ci garantisce che
all’improvviso gli ascensori non precipitino? Che si schiantino al suolo trascinando con sé tutte
le povere vittime qui presenti?” indicò i paesani con un gesto circolare della mano.
“Ma scusi, non è che così dicendo si possa spargere il panico?”
“Assolutamente no. La gente dev’essere consapevole dei rischi che corre. Coi terroristi non si
scherza. Ti prendono e ti sgozzano solo perché hai sputato per terra. Fan cosi…”
“D’accordo, ma…”
“E allora? Dovremmo chiudere gli occhi?” andò avanti l’altro “Poggiare la testa sul ceppo
aspettando la mannaia del boia di turno? Certo che no. Guardiamo negli occhi il nemico.
Sfidiamolo”
“Si, va bene…” riprese la parola a fatica l’intervistatore “Ma gli ascensori che…”
“Machissenefrega. Usiamo le scale, che diamine, che siamo tutti obesi!” si carezzò il ventre a
due mani “Torniamo alle sane abitudini, basta mollezze e comodità! Vita da caserma per tutti!”
Il biondo della tv riuscì a strappargli il microfono di mano. “Grazie per la sua esaustiva
spiegazione, maresciallo…” e gli diede le spalle “Ora vorrei che si facesse avanti Bruno Roccia,
geologo di chiara fama…”
Era un tizio magro e lungo, senza capelli ma con barbetta a punta. Un occhio pesto lasciava
intendere che faceva un lavoro pericoloso o che non si tirasse indietro nelle risse.
“Salve…” levò una mano. Aveva una voce un po’ stridula.
“Buongiorno a lei!” lo salutò l’altro uomo al centro dell’attenzione “Cosa ci dice di questa
calamità che ha colpito Quatercá Incrus? ”
“Semplice. Questo territorio è tutto vuoto sotto, scavato da una nutrita serie di falde acquifere.
Gli ascensori fanno le bizze in quanto tutto sta cedendo. Tempo qualche giorno e il paese non
esisterà più”
“Ma… cosa sta dicendo? È sicuro?”
“Certo. Stiamo in piedi per miracolo” iniziò a saltellare sotto lo sguardo allibito di tutti gli altri
“Dovessi precipitare, non mi stupirei affatto…”
“La smetta per favore!” gli intimò gelido il biondo della tv, tergendosi il sudore dalla fronte,
non abituato a rischiar la pelle “Se è come dice dovremmo…”
Non terminò.
Un rumore si levò da ogni dove, prima in modo ovattato, poi sempre più manifesto.
I presenti sbarrarono gli occhi, fissandosi stupiti l’un l’altro. Persino il geologo smise di
saltellare, temendo di averla combinata grossa.
Invece, molto semplicemente, gli ascensori si erano rimessi in moto, tutti assieme, tutti verso
l’alto. Era usanza locale averli a vista, a svolgere il loro lavoro fra pareti di vetro, quindi erano
sotto gli occhi di tutti.
Meravigliati, gli abitanti di Quatercá Incrus presero ad indicare qua e là, lasciandosi sfuggire
degli “Ooooo…” stupefatti.
“Incredibile! ” recuperò la parola l’inviato di Mio Dio television “Sono ripartiti! Tutti assieme!
Tutti verso l’alto! Miracolo!!”
Nessuno fiatava più ed assisteva ad occhi sbarrati all’evento straordinario.
La telecamera zoomava di qua e di là, cercando di inquadrarli tutti.
Gli ascensori proseguirono compatti la loro ascesa, tutti assieme appassionatamente.
Andarono su, sempre più su, e non si fermarono neppure quando ebbero raggiunto l’ultimo
piano dei palazzi.
Sfondarono il tetto, senza far neppure troppo rumore, e sempre tutti assieme, come un
convoglio interplanetario, presero la via delle stelle.
Qualcuno fra i popolani di Quatercá Incrus agitò un fazzolettino in segno di saluto, qualcun
altro si asciugò furtivo una lacrima che aveva preso a scivolar giù dalla guancia.

Un concorso di narrativa a tema libero aperto a tutti

a href=”https://www.lanuovabriantea.it/wp-content/uploads/2018/03/LocandinaTraTerraAcquaNB.jpg”>LocandinaTraTerraAcquaNBScrittori a raccolta. Il nostro periodico di informazione locale con questo blog, organizza la prima edizione del concorso letterario “Tra terra e acqua”.
Un concorso di narrativa, aperto a tutti purché maggiorenni.
Ecco il regolamento nei dettagli:
TITOLO
“Tra terra e acqua”
La Nuova Briantea, con sede a Lecco, con il suo blog online indice la prima edizione del concorso letterario “Tra terra e acqua”.
UNICA SEZIONE: NARRATIVA
Si accettano racconti a tema libero che non superino le 6 cartelle dattiloscritte (una cartella equivale a 30 righe da 60 battute ciascuna). Ogni autore può inviare un solo racconto.
TESTI
I testi devono essere in lingua italiana. Possono partecipare autori italiani e stranieri. Possono partecipare testi già premiati in altri concorsi.
CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti purché maggiorenni.
COME INVIARE I RACCONTI
I concorrenti devono inviare il racconto, con indicato nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono, indirizzo email, e con oggetto concorso “Tra terra e acqua”, al seguente indirizzo mail info@lanuovabriantea.it
Allegata una dichiarazione firmata che autorizza alla pubblicazione sul sito www.lanuovabriantea.it sul periodico La Nuova Briantea e ad un’eventuale raccolta cartacea.
TERMINI DI INVIO
Inviare gli elaborati via mail entro e non oltre il 30 giugno 2018.
DESIGNAZIONE DEI VINCITORI
Agli autori selezionati verrà inviata una mail con il responso entro il 30 settembre 2018.
ANTOLOGIA
I racconti vincitori verranno pubblicati sul sito www.lanuovabriantea.it e sul periodico di informazione La Nuova Briantea. Gli organizzatori si riservano la possibilità di realizzare un’antologia con i racconti inviati.
DIRITTI D’AUTORE
I diritti dei racconti rimangono di proprietà dei singoli autori per future eventuali pubblicazioni, che esulino dal concorso in questione “Tra terra e acqua”, con la pubblicazione sul sito www.lanuovabriantea.it, sul periodico La Nuova Briantea, e dall’eventuale realizzazione dell’antologia.
INFORMAZIONI
Per informazioni scrivere a: info@lanuovabriantea.it

La biblioteca di Rogeno propone tre incontri dedicato all’arte contemporanea

Rogeno arte
La biblioteca comunale propone un ciclo di tre incontri sull’arte contemporanea a cura dell’esperta Giulia Zanesi.
Spesso siamo intimoriti di fronte all’arte contemporanea, non avendo i mezzi per interpretarla.
Un’esperta guiderà i partecipanti alla scoperta di questo mondo apparentemente incomprensibile e ci fornirà gli elementi per interpretarlo correttamente.
Il programma delle tre serate è:

giovedì 10 maggio
Espressionismo astratto
giovedì 17 maggio
Pop Art
giovedì 31 maggio
Performance e body art

Il costo è di 40€ per i tre incontri, 15€ per uno singolo.
Le iscrizioni chiudono venerdì 4 maggio. L’iniziativa si effettuerà con un minimo di 10 partecipanti.

“Quattro stagioni” il racconto di Emanuele Tavola, scrittore emergente

Emanuele Tavola

Quattro stagioni
Autunno
È tempo che le foglie cadano, le acque scendano, il buio cali presto… Tutto va verso il basso, verso la calda terra, come si trattasse di una coperta dove infilarsi in attesa di tempi migliori.
Osservo le tre donne davanti a me: una bruna, una bionda, una rossa. Indiscutibilmente, tutte e tre molto belle, seppur diverse.
La bruna è di carnagione più scura, labbra sensuali e petto prorompente. Di lineamenti non proprio finissimi, emana un magnetismo a cui è difficile resistere.
Indossa un paio di pantaloni neri attillati e un maglione rosso col collo a ciambella. Splendida nella sua semplicità.
Fianco a lei, la bionda. Occhi azzurri, tratti del viso appena accennati in un colorito madreperlato, fisico slanciato e ben tonico. Dimostrazione di freschezza e agilità. Le sue lunghe gambe, in collant neri coprenti, vanno ad infilarsi in una mini scozzese bianco-nera; sopra, un giacchino bianco trapuntato con cappuccio orlato di pelo.
A concludere, la rossa, la mia preferita, diciamolo. Sarà per la spruzzata di lentiggini sul volto graziosissimo; sarà per il nasino all’insù, alla francese; sarà per il corpicino un poco più piccolo delle altre ma ben proporzionato; sarà per la perfezione del suo vestire, nei toni di viola com’è di moda. Sta di fatto che indugio su di lei molto più a lungo delle altre, con indubbio piacere. I suoi capelli ramati, poi, sono quel tocco in più a cui le altre non possono ambire. Bellissima.

Inverno
La neve bianca a contrastare un mondo piombato nell’oscurità. Tutto è buio, spento, rallentato. La vita scorre, ma per forza d’inerzia. Si desidera solo un cantuccio riscaldato dove assopirsi.
La bruna, visto il freddo, s’è messa una tuta intera imbottita. Gialla. Le sue curve saltano comunque fuori. Decisamente sexi, anche perché viene spontaneo chiedersi se sotto indossi qualcosa. La sua espressione è sempre di lasciva disponibilità, ma forse è solo una cosa che mi sono messo in mente io.
La bionda è pure lei ben coperta, col freddo non si scherza. Piumino d’oca e leggins. Elegante e sportiva. I suoi lunghi capelli biondi fanno pandan con la neve.
E la rossa…ah, che meraviglia…
La osservo a lungo, non posso resisterle…
Un cappottino in panno nero sopra ad una dolcevita panna; sotto, bellissime gambe in un collant disegnato a rombi. Manca di pantaloni o gonna, ma forse ha deciso così. Non è volgare per niente, non potrebbe mai esserlo.

Primavera
La luce e il sole cominciano a diventare padroni assoluti. La temperatura si ammorbidisce, i fiori fanno capolino qua e là, gli uccellini cinguettano.
La bruna è in camicetta lavanda sopra a jeans bianchi. Pulita ed efficace. Al solito, attraente.
La bionda ha invece un giacchino corto con disegni orientali, camicia bianca che spunta da sotto e pantaloni neri molto aderenti. I lunghi capelli sono raccolti a coda di cavallo. Molto bella.
La rossa, beh, un portento…
Dolcevita smanicata blu elettrico e minigonna mozzafiato nera. Nere pure le collant, con effetto lamè. Molto, molto bella. La mia preferita, come sempre.

Estate
Caldo, sole, luce, voglia di relax…
La bruna è in costume intero, color prugna. È come una pista da formula uno, tutta una curva.
La bionda è in due pezzi, ma si vede solo la parte sopra; sotto, un pareo fantasia l’avvolge ai fianchi divinamente. Che gambe…
La rossa è la più spinta. Bikini ridottissimo, con perizoma ai minimi termini, color verde fluo. È difficile, molto difficile staccarle gli occhi di dosso. Ma come fa ad essere così bella…?

Cessata attività
Era il mio incubo ricorrente.
Purtroppo, è apparso proprio oggi quel cartello nel negozio di fronte.
La bruna, la bionda e la rossa sono state portate via. Nude, senza pietà, senza dignità.
Dalla mia vetrina le ho viste passare una alla volta, piedi in avanti, sorrette da due tizi nerboruti.
Che tristezza…
Le hanno infilate in un camion per portarle chissà dove…spero non accada anche a me, un giorno o l’altro…
D’altronde, così è la vita per noi manichini…

Emanuele Tavola

Prende il via “Tra terra e acqua”: il nostro concorso di narrativa

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Un concorso di narrativa, aperto a tutti purché maggiorenni.
Ecco il regolamento nei dettagli:
TITOLO
“Tra terra e acqua”
La Nuova Briantea, con sede a Lecco, con il suo blog online indice la prima edizione del concorso letterario “Tra terra e acqua”.
UNICA SEZIONE: NARRATIVA
Si accettano racconti a tema libero che non superino le 6 cartelle dattiloscritte (una cartella equivale a 30 righe da 60 battute ciascuna). Ogni autore può inviare un solo racconto.
TESTI
I testi devono essere in lingua italiana. Possono partecipare autori italiani e stranieri. Possono partecipare testi già premiati in altri concorsi.
CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti purché maggiorenni.
COME INVIARE I RACCONTI
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Allegata una dichiarazione firmata che autorizza alla pubblicazione sul sito www.lanuovabriantea.it sul periodico La Nuova Briantea e ad un’eventuale raccolta cartacea.
TERMINI DI INVIO
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DESIGNAZIONE DEI VINCITORI
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ANTOLOGIA
I racconti vincitori verranno pubblicati sul sito www.lanuovabriantea.it e sul periodico di informazione La Nuova Briantea. Gli organizzatori si riservano la possibilità di realizzare un’antologia con i racconti inviati.
DIRITTI D’AUTORE
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Per informazioni scrivere a: info@lanuovabriantea.it

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