Archivio Categorie: Fuori Porta
Domenica 4 dicembre le benemerenze a Lecco
Domenica, 4 dicembre, la festa di San Nicolò, con la consegna delle benemerenze.
Alle 10 la messa nella basilica di San Nicolò, alle 11.15 al teatro della Società la consegna delle civiche benemerenze e degli attestati ai Maestri del lavoro. Benemerenze che quest’anno verranno attribuite a Giancarlo Tonelli (alla memoria), all’associazione amici di Lorenzo Mazzoleni e a Bianca Brambilla Sala.
Lago del Segrino. Domenica 25 settembre 2016 si terrà la nuova edizione del Gir de la Lumaga
Domenica 25 settembre 2016 si terrà la nuova edizione del Gir de la Lumaga che vedrà protagonisti produttori, ristoratori ed artigiani locali.
Il Gir de la Lumaga torna con una nuova edizione interamente dedicata ai sapori e prodotti locali. La kermesse enograstronomica si propone di valorizzare e far conoscere ai partecipanti le prelibatezze di lago, collina e montagna che solo il nostro territorio sa regalare.
L’evento si propone di riscoprire il “Gir de la lumaga” una tradizionale usanza locale che prevedeva il trascorrere le giornate domenicali a piedi passeggiando in paese da un bar all’altro degustando cibi, vino e prodotti territoriali.
L’iniziativa,organizzata dal Parco Lago del Segrino, andrà in scena presso il Lido Aquilegia sulle rive del lago il prossimo 25 settembre dalle ore 11.00 alle ore 21.00.
Cucina locale, prodotti del territorio e artigianato sono gli ingredienti di questa nuova edizione. I visitatori potranno degustare alcuni piatti tipici accompagnati da un bicchiere di vino oppure di birra. Ad arricchire l’iniziativa è la confermata presenza dei migliori artigiani locali che esporranno le proprie realizzazioni.
“Attraverso il Gir de la Lumaga il Parco Lago del Segrino intende rinnovare il proprio impegno a favore del parco, nell’intento di valorizzare le sue risorse e virtù. Paesaggio e produzione locale rappresentano infatti un binomio prezioso tramite cui dare nuovo slancio alle risorse ambientali, umane e produttive del territorio.”- ha dichiarato Roberto Vignarca, Presidente del Parco Lago del Segrino.
A differenza delle precedenti edizioni non è previsto un ticket per le degustazioni, ma sarà possibile scegliere la propria specialità culinaria da assaggiare direttamente presso i singoli operatori enogastronomici.
In caso di maltempo l’evento sarà rimandato a domenica 2 ottobre 2016.
Per informazioni: www.girdelalumaga.org
La Pro Cantù organizza dall’1 al 22 settembre la mostra di Giambattista Apollonio
Patologie ortopediche: agli Istituiti Clinici Zucchi di Monza, la cura punta sulle biotecnologie applicate alla rigenerazione dei tessuti
Sono le artropatie degenerative, oltre alla traumatologia sportiva, le patologie più spesso diagnosticate tra i pazienti afferenti all’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia degli Istituiti Clinici Zucchi di Monza. La struttura, punto di riferimento per le problematiche articolari e ortopediche, di tipo traumatico e degenerativo, si avvale di metodiche innovative e del ricorso alle moderne biotecnologie. Tra le più significative Artelon, che consente numerosi vantaggi nella ricostruzione del legamento crociato anteriore. Il dottor De Pamphilis, Responsabile del Servizio di chirurgia della spalla: “Le nuove ricerche e l’ingegneria tissutale stanno trasformando l’approccio alle patologie articolari e ai traumi sportivi. Oggi l’obiettivo è quello che noi definiamo ‘Progetto Joint Preservation’, ovvero non più solo ‘curare’ ma rigenerare e ‘guarire’ un’articolazione patologica: un progetto impegnativo e ambizioso, che vede la nostra struttura impegnata in prima linea anche nella ricerca scientifica sull’impiego di cellule staminali autologhe”.
Monza, 1 settembre 2016 – Ricostruire il legamento crociato anteriore del ginocchio prelevando solo un tendine dal paziente, per ottenere così un innesto ideale che possieda insieme i vantaggi di un biologico autologo, ovvero proveniente dal paziente stesso, e le proprietà meccaniche di un dispositivo artificiale e semi-riassorbile. Questa la metodica con cui viene impiegato Artelon, un materiale innovativo costituito da una nuova classe di polimeri parzialmente riassorbibili e biocompatibili, introdotto in Italia nel 2011, grazie al lavoro degli esperti degli istituti Clinici Zucchi di Monza. I primi 45 casi sono stati presentati a Londra dall’équipe monzese, nel 2012; da allora, sono stati trattati più di 180 pazienti. Attualmente sono in corso nuovi studi per ampliare la ricerca e aggiornare la casistica, che verrà esposta a Barcellona nel maggio 2017, in occasione del XXVI Congresso Isokinetic FIFA “The Future of Football Medicine”.
“Poiché Artelon si integra perfettamente con il materiale biologico autologo, è possibile ottenere un innesto che ha le caratteristiche fisico-chimiche di un legamento crociato anteriore naturale, consentendo così una precoce ripresa funzionale, un migliore controllo del movimento e maggiore forza muscolare”, spiega il dottor Roberto De Pamphilis, Dirigente Medico, Responsabile del Servizio di Chirurgia della Spalla agli Istituti Clinici Zucchi di Monza e membro della Commissione Medica Federale F.I.S.G. (CONI). “Siamo stati tra i primi, e siamo tuttora tra i pochi al mondo, ad utilizzare questo device con risultati validi e molto promettenti”.
Chirurgia protesica articolare, correzione dei difetti di allineamento degli arti, trattamento delle pseudoartrosi e chirurgia artroscopica articolare ma anche trattamento ambulatoriale o chirurgico mini-invasivo delle tendinopatie dello sportivo: questi i punti di eccellenza dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia della struttura di Monza, diretta dal dottor Claudio Manzini. “Tra le patologie ortopediche più frequentemente diagnosticate e trattate, oltre alla traumatologia sportiva, vi sono le artropatie degenerative e post traumatiche del ginocchio, caviglia e piede, anca, spalla, gomito e mano”, afferma De Pamphilis. “Di queste circa il 15% viene trattato chirurgicamente mentre la restante parte è sottoposta a cicli conservativi di cure, che consistono in trattamenti specifici di fisiochinesiterapia e in trattamenti farmacologici, associati a tecniche di medicina rigenerativa ambulatoriale. Inoltre l’impiego delle moderne biotecnologie, quali i Fattori di Crescita (PRP) e le cellule staminali mesenchimali pluripotenti (MSCs), per il trattamento sia chirurgico che conservativo delle varie problematiche, ci consente di accelerare la guarigione biologica e la ripresa della funzione articolare, con minor rischio di rigidità e dolori per il paziente”.
Dunque trattamento delle patologie ortopediche attraverso i progressi dell’ingegneria biomedica, tecniche chirurgiche innovative e, soprattutto, rigenerazione tissutale grazie all’impiego di cellule staminali mesenchimali pluripotenti. Da circa tre anni infatti l’Unità Operativa, di cui fa parte De Pamphilis, sta conducendo uno studio relativamente all’utilizzo delle cellule staminali autologhe prelevate dal tessuto adiposo (ADMSC) per valutarne l’efficacia in termini di velocizzazione della guarigione e diminuzione del dolore post-operatorio. L’ipotesi di base è che si possano ottenere risultati clinici similari, utilizzando le cellule staminali autologhe da grasso rispetto a quelle prelevate dal midollo osseo, con i relativi vantaggi di una maggiore concentrazione, minore invasività del prelievo e minore costo procedurale.
“Gli studi sono ancora in corso ma i primi risultati sono più che soddisfacenti e incoraggianti. E’ poi importante sottolineare che, senza le solide basi del progresso scientifico finora raggiunto, l’applicazione di qualunque tecnologia moderna sarebbe destinata ad esaurirsi in un atto fine a se stesso. Fatte le dovute precisazioni, sono convinto che queste nuove applicazioni e l’ingegneria tissutale ci indurranno a cambiare mentalità e approccio riguardo alle patologie articolari e ai traumi sportivi, offrendoci prospettive future entusiasmanti”, ha concluso De Pamphilis.
Arcaplanet propone una piccola guida per aiutare gli animali domestici a sopportare il caldo
Arcaplanet propone una piccola guida per aiutare gli animali domestici a trascorrere ferragosto, e le vacanze, nel migliore dei modi, sopportando il caldo.
Cani, gatti e conigli, risentono delle alte temperature anche più dei loro amici a due zampe.
“Già naturalmente la loro temperatura corporea è molto più alta della nostra – spiegano gli esperti di Arcaplanet-. I cani hanno una temperatura corporea media che va dai 38,5 ai 39 gradi, così come i gatti e i conigli. Gli amici pelosi, inoltre, non possono espellere il calore tramite il sudore, come invece facciamo noi, e questo rende ancora più difficile regolare la temperatura interna quando il termometro segna più di 30 gradi”.
Ecco, quindi, qualche piccolo accorgimento che assicura a tutti gli animali di casa un’estate serena e in salute.
* Per le passeggiate scegliete l’ombra: che portiate a spasso un cane o un coniglietto, ricordate sempre di evitare le ore più calde. Non solo la temperatura dell’aria, ma anche quella dell’asfalto è pericolosa per gli amici pelosi, che potrebbero ustionarsi le zampe oltre a incorrere in un colpo di calore.
Se la passeggiata si rivela indispensabile anche nelle ore più calde, è importante limitarne la durata e scegliere percorsi che prevedano zone d’ombra e più fresche. Sarebbero da evitare anche i giochi particolarmente attivi e attività sportive intense durante le ore centrali della giornata, così da non far stancare l’animale già spossato dal caldo.
* Non sottovalutate la macchina: se portate con voi durante le commissioni gli amici a quattro zampe ricordate sempre di non lasciarli legati in luoghi esposti alla luce del sole e soprattutto di non allontanarvi lasciando il vostro compagno di avventure in macchina.
Sono sempre di più gli episodi riportati dalla cronaca che raccontano di padroni, ignari o poco attenti, che lasciano cani e gatti in macchina anche solo mentre fanno la spesa: non basta lasciare i finestrini aperti, parcheggiare all’ombra e garantire una ciotola d’acqua. L’abitacolo dell’auto si riscalda molto velocemente, sono sufficienti dieci minuti per trasformare la vettura in un forno e mettere in pericolo il proprio amico.
Se vedete un animale chiuso in un’auto al sole: cercate il proprietario e, se non lo trovate, chiamate le forze dell’ordine, se il finestrino è almeno un po’ abbassato cercate di bagnare il cane e farlo bere dalla fessura, così da reidratarlo.
* Anche in casa occhio al caldo: ricordate di tenere le tapparelle chiuse durante le ore più calde cercando però di far circolare l’aria. Molto spesso si cerca il fresco dei condizionatori, ma gli ambienti climatizzati possono portare, proprio come agli umani, disidratazione e stati febbrili, raffreddore e polmonite, se dovete scegliere sempre meglio puntare su un ventilatore.
Un espediente per termo-regolarizzare l’animale è bagnare regolarmente le zampe e la testa,
E se l’animale mostra agitazione, respiro affannoso, ipersalivazione, disorientamento e letargia, attenzione perché sono tutte avvisaglie del colpo di calore. Raffreddatelo con panni umidi e acqua a temperatura ambiente, evitate acqua fredda e ghiaccio, e consultate immediatamente il veterinario di fiducia.
E’ morta l’attrice Anna Marchesini
E’ morta Anna Marchesini. Aveva 62 anni. Quarant’anni di teatro ma la popolarità grazie alla televisione insieme a Massino Lopez e Tullio Solenghi.
Anna Marchesini nacque ad Orvieto nel 1953.
Nel 1976 entrò all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e si diplomò nel 1979 come attrice di prosa.
Ancora allieva all’accademia, nell’estate del 1976 debuttò nello spettacolo “Il borghese gentiluomo” di Molière, sotto la regia di Tino Buazzelli.
È stata doppiatrice di Judy Garland in un’edizione de “Il mago di Oz”.
A dare l’annuncio della morta dell’attrice, questa mattina, 30 luglio, è stato il fratello Gianni Marchesini su Facebook . “Prima che lo sappiate da quel tritacarne dell’informazione – scrive in un post – tengo a dirlo io. Ora in questo momento è morta mia sorella Anna Marchesini. Grazie a tutti. Non sarò in grado di rispondervi”. L’attrice, storica componente del “Trio” assieme a Tullio Solenghi e Massimo Lopez, era nata a Orvieto ed era malata da tempo di artrite reumatoide.
Fonte articolo e foto da internet
E’ morta Marta Marzotto, aveva 85 anni
E’ morta Marta Marzotto. Aveva 85 anni.
Modella e stilista, era nata a Reggio Emilia. A darne notizia questa mattina, 29 luglio, è stata la nipote Beatrice Borromeo, con un post su twitter dove scrive «Ciao nonita mia».
Musa di Renato Guttuso, al quale fece da modella per diverse opere, Marta Marzotto, all’anagrafe Marta Vacondio, era nata a Reggio Emilia nel 1931. Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, nel 1954 sposa il conte Umberto Marzotto dal quale ha cinque figli. Tra questi Paola, nata nel 1955 e madre di Beatrice Borromeo.
Vive i primi anni della sua vita a Mortara, in Lomellina, lavora prima come mondina, poi come apprendista sarta e in seguito come modella nella sartoria delle sorelle Aguzzi, di Milano.
Proprio nell’ambiente della moda conosce il conte Umberto Marzotto, vicentino di Valdagno, comproprietario con altri fratelli dell’omonima industria tessile. I due si sposano il18 dicembre del 1954 a Milano.
Nel 1960 Marta Marzotto conosce il pittore Renato Guttuso e dalla fine degli anni Sessanta diventa la sua modella ed ispiratrice.
Divorzia dal conte Marzotto continuando ad usare il cognome del marito.
I suoi grandi amori: il Conte Marzotto, il pittore Guttuso e Lucio Magri. “Essere nonna è molto più divertente, ai miei nipoti insegno la liberta – aveva dichiarato in una recente intervista -. Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre”, ripensando alla morte della figlia Annalisa per una malattia.
Foto e fonti dell’articolo da internet
“Credito adesso”, la nuova misura per il credito alle imprese lombarde
“Credito adesso”, la nuova misura per il credito alle imprese lombarde.
Regione Lombardia ha attivato, “Credito adesso”, la nuova misura per facilitare l’accesso al credito, a tassi agevolati, per le Imprese lombarde.
“Credito Adesso” è un iniziativa volta a finanziare il fabbisogno di capitale connesso all’espansione commerciale delle imprese operanti in Lombardia e aventi un organico fino a 3000 dipendenti mediante la concessione di finanziamenti chirografari e di un contributo in conto interessi a fronte della presentazione di uno o più ordini/contratti di fornitura non ancora evasi di beni e/o servizi.
Per informazioni: Struttura Accesso al Credito della Regione Lombardia, Tel. 02-67652236, per ulteriori informazioni è inoltre disponibile il sito web: www.sviluppoeconomico.regione.lombardia.it
Leggende sull’origine del caffè
Fino al XIX secolo non era certo quale fosse il luogo di origine della pianta del caffè e, oltre all’Etiopia, si ipotizzava la Persia e lo Yemen. Pellegrino Artusi, nel suo celebre manuale La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, sostiene che il miglior caffè sia quello di Mokha (città nello Yemen), e che questo sarebbe l’indizio per individuarne il luogo d’origine.
Esistono molte leggende sull’origine del caffè.
La più conosciuta racconta che un pastore chiamato Kaldi portava a pascolare le capre in Etiopia. Un giorno queste incontrando una pianta di caffè cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie. Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità mai espressa fino ad allora. Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione e abbrustolì i semi della pianta come quelli mangiati dal suo gregge, poi li macinò e ne fece un’infusione, ottenendo il caffè.
Esiste anche una leggenda che narra di un incendio in Abissinia di piante selvatiche di caffè che diffuse nell’aria il suo fumo per chilometri e chilometri di distanza.
Fonte Wikipedia
Foto da Internet