Ci siamo… Si parte con Whattsapp Brianza: ce ne parla Alessandro Villa
Non ci credo, ragazzi: non mi sembra vero ma siamo partiti!
Si concretizza il sogno che avevo nel cassetto sin da quando, nel Gennaio 2015, nasceva sotto forma di gruppo su Facebook e Whatsapp “WHATTSAPP BRIANZA”,
Ma cos’è Whattsapp Brianza
“WHATTSAPP BRIANZA” è un gruppo con finalità sociali, per aggregare giovani della Brianza allo scopo di socializzare, favorendo il confronto e la comunicazione in maniera seria e rispettosa, contrapponendosi alle realtà convenzionali di siti d’incontri finalizzati a trovare un partner per dare, così, l’opportunità a chiunque lo desideri davvero
Non a coso il nome del gruppo si diversifica da quello della nota app di messaggistica istantanea per via del fatto che è scritto con 2 “T” (e non con una) per simboleggiare i valori del progetto e l’idea di chiamarlo così mi è venuta perché, “grazie” ad un errore di battitura del nome dell’app, le due “TT” vicine mi ha fatto pensare a due amici “che si tengono per mano”, soprattutto in senso metaforico.
Da allora Whattsapp Brianza si è sviluppato sul territorio in modo graduale e capillare, arrivando addirittura a prendere utenti non solo della Brianza e limitrofi ma anche persone interessate provenienti dalle zone del circondario di Milano, Pavia, Bergamo: questo grazie ad un passaparola tra le persone e per via del grande interesse che ha suscitato nelle persone, facendo capolino anche nelle diverse realtà sportive locali ed ai media partner (tra cui spicca tra tutti un’importante ospitata all’interno di una rubrica di uno dei maggiori programmi di punta dell’emittente televisiva del gruppo di TeleLombardia, Milanow).
Il progetto nasce da un’idea del sottoscritto, poiché, avendo problemi a livello fisico, ho sempre cercato su internet delle realtà locali che fossero in grado di aprire la mentalità di chi ancora crede nelle etichette e nelle categorie dal momento che, essendomi interfacciato per anni con realtà che mi hanno fatto sentire ghettizzato (e, quindi, in un certo senso anche “limitato”), mi sono reso conto che serviva un punto d’incontro tra tutte le rispettive realtà e diversità.
Ed è così che, non trovando nulla in rete (dove sono andato anche un po’ alla ricerca di quella figura che, fino a poco prima dell’era dell’evoluzione tecnologica. si chiamava “amico di penna”), senza nessuna presunzione né aspettativa alcuna da parte di un eventuale riscontro, mi sono messo al pc ed ho aperto prima il gruppo Facebook e, successivamente, un gruppo su Whatsapp.
Sono rimasto stupito nel vedermi “sommerso” di messaggi di complimenti, di supporto e di persone che mi scrivevano privatamente le proprie testimonianze già dalle prime 24 ore nelle quali c’è stato un boom di circa un’ottantina di iscrizioni al gruppo Facebook.
Col tempo e con l’aumento di adesioni (che ora stanno per toccare le 600 su Facebook ed una ventina abbondante di utenti fissi su Whatsapp che, nel corso del tempo, si sono alternati entrando, uscendo e tornando), mi sono accorto, però, di un’altra questione importante che mi ha portato a presumere il perché di tutto questo “silenzio” di fronte a fatti di cronaca che vedono al centro un sacco di persone, tra giovani e meno giovani che vivono allo stesso modo (e non solo) il disagio sociale come l’ho potuto vivere io sulla mia pelle e coi miei occhi attraverso le troppe persone che ne vedo – mio malgrado – subirne in modo totalmente passivo come se niente fosse nonostante – paradossalmente – dentro faccia molto male.
Internet è un buon mezzo di comunicazione e di diffusione ed io stesso utilizzo molto (soprattutto) i social come mezzo di “denuncia”, riportando come in un diario segreto quelle che sono le situazioni che più mi provocano sofferenza, con l’obiettivo di spronare anche gli altri a fare lo stesso per porre fine a situazioni indiscutibilmente ingiuste che rendono anche sgradevole semplicemente esistere quotidianamente la società di oggi nella quale si dà sempre più importanza a valori superficiali, dando vita a stereotipi e fenomeni di massa ai quali, se non ti conformi, sei “fuori dal cerchio” e vieni snobbato, deriso e, nella peggiore delle ipotesi, anche maltrattato.
La maggior parte della gente, però, HA PAURA DI INTERNET perché, bene o male, CI DEVI SEMPRE METTERE LA FACCIA COMPARENDO CON I TUOI DATI ANAGRAFICI QUALI comunque un nome ed un cognome (se non ti crei un’identità falsa che, però, ti sottopone all’eventualità di diversi ulteriori rischi legati alla veridicità della tua utenza) e, di fronte a questo “ostacolo”, molte persone preferiscono tacere e subire senza dire o fare niente.
Ecco, dunque, che, a questo punto, per ovviare a tutto questo e garantire (su richiesta) l’assoluto anonimato per dar maggior libertà di esposizione, mi viene in mente l’ipotesi di proporre una rubrica sulla carta stampata che, però, per essere in linea con le finalità “no profit” che, sin dall’inizio, si era prefissato il nostro progetto, doveva essere totalmente gratuita anche e non solo per dare la possibilità a chiunque lo desiderasse di averne la propria copia senza dover spendere nemmeno un centesimo.
A dire la verità mi piaceva anche l’idea di approdare su di una testata online e, per questo, la scorsa estate ho provato a “bussare a qualche porta” per proporre la cosa che è piaciuta molto ma, per una cosa o per l’altra, non è mai partito nulla.
Così, una mattina, mi capita tra le mani “La Nuova Briantea” e, sfogliandola, mi sono reso conto che, probabilmente, poteva essere l’occasione giusta così, in tempo zero, ho contattato la redazione che ha accettato la mia proposta ed eccoci qui.
Quello che mi auguro da questo “sportello Help” è di poter offrire una ulteriore possibilità a chiunque per potersi esprimere senza paura di dover metterci la faccia in quanto questo è uno spazio che garantirà l’assoluta riservatezza ma non solo.
Potremo – infatti – interagire (anche in style corrispondenza) non solo per esporre “denuncia” ma per portare testimonianze positive che dimostrano quanto basti poco per costruire assieme qualcosa di grande, di bello e, soprattutto, utile al fine di sensibilizzare gli altri.
Da quando ho preannunciato che presto saremmo approdati in questo spazio, già mi sono arrivate delle email di testimonianze di vita, di storie e di iniziative che ci auguriamo possano arrivare dove il buon Dio vuole.
Per quel che riguarda il progetto “WHATTSAPP BRIANZA”, invece, ci sono in cantiere tante altre iniziative e progetti che svilupperemo nel tempo.
Per chiunque fosse interessato e per partecipare a questa rubrica, puoi farlo attraverso queste modalità di contatto (info@lanuovabriantea.it) oppure può contattare direttamente il sottoscritto al n° 392/7006202 tramite chiamata tradizionale, sms, Whatsapp e, novità: sono orgoglioso di poter annunciare che la Brianza, nel nome di Stonex e del suo CEO (il Lissonese Davide Erba), in collaborazione con Francesco Facchinetti, ha sviluppato una nuova app (disponibile per dispositivi Android , Apple e presto anche per WindowsPhone) ovvero “CIAO IM”; un’applicazione all-in-one che permette di utilizzare le principali funzionalità di messaggistica, chiamata, videochiamata e social-network mediante una sola applicazione.
Essendo Whattsapp Brianza uno strumento di promozione sociale, non potevamo non appoggiare questa splendida iniziativa “made in Brianza” grazie alla quale, il sottoscritto, sta prendendo accordi coi suoi fondatori per creare una sorta di sinergia.
Per essere inseriti nella chat di gruppo (sia su Whatsapp che su Ciao Im) è richiesto l’invio di un messaggio al numero sopra indicato identificandosi con nome, cognome e località di residenza al solo fine di geolocalizzare il richiedente per migliorarne il servizio.
Naturalmente, I DATI PERVENUTI NON SARANNO DIVULGATI A TERZI SECONDO L’ATTUALE NORMATIVA SULLA PRIVACY.